Bologna – 25 novembre 2022 – Ricorre oggi la Giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha invitato i governi, le organizzazioni e le Ong a realizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica nel giorno del 25 novembre.

La violenza sulle donne è purtroppo un elemento strutturale e culturale della nostra società e non è giusto riflettere su questo triste fenomeno soltanto un giorno all’anno. Come sindacato siamo mobilitati da sempre per contrastare violenza e sopraffazione in tutti i suoi diversi livelli, nei posti di lavoro e nella società”: ricorda Tullia Bevilacqua segretario regionale dell’Ugl Emilia-Romagna.

Il nostro apporto con le altre istituzioni coinvolte ad arginare questa piaga si dispiega già dalla prevenzione, oltre che nella lotta alla violenza contro le donne ed alla attuazione di tutti gli strumenti di protezione delle vittime, tocca poi alla legge perseguire penalmente gli aggressori, ma sappiamo che sempre più spesso le persone violente la fanno franca o riescono a non espiare fino in fondo la loro pena. Le cronache quotidiane raccontano di allarmi inascoltati o sconti di pena che umiliano le vittime. La disciplina del codice penale delle violenze sessuali ha dei margini molto ampi e capita che un condannato a due anni e sei mesi di carcere, dopo appena sei mesi di reclusione abbia già diritto a chiedere la detenzione domiciliare. Vi sembra giusto?”: si chiede Tullia Bevilacqua.

In Emilia-Romagna, secondo i dati (riferiti al 2021) forniti in questi giorni dall’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, sono state 4.934 le donne che hanno contattato un Centro antiviolenza: oltre 300 in più rispetto alle 4.614 dell’anno precedente.

E sono aumentati anche i contatti ai Centri regionali antiviolenza, più di 10mila: con una media di 2,04 contatti per donna.

In tutto, 3.718 donne hanno affrontato un percorso di uscita dalla violenza in un Centro antiviolenza dell’Emilia-Romagna.

Nel corso del 2022, dal 1° gennaio fino al 22 novembre, sono state 104 le donne uccise in Italia. In termini assoluti, senza tenere conto della popolazione per regione, è la Lombardia (i dati sempre del 2021) la regione con più femminicidi, seguita da Emilia-Romagna e Sicilia. E sempre in Emilia-Romagna si sono registrati casi di particolare gravità e brutalità: pensiamo soltanto all’omicidio di Saman Abbas, la ragazza di 18 anni che aveva rifiutato un matrimonio combinato e il cui corpo sembra essere stato ritrovato nel reggiano dopo oltre un anno di ricerche. La nostra indignazione deve restare sempre massima e il nostro pensiero, oltre al cordoglio per le vittime, deve andare anche a chi resta, soprattutto ai figli delle madri uccise dal consorte. Sempre più spesso dimenticati dallo Stato”: aggiunge il segretario regionale dell’Ugl Emilia-Romagna.

Il sindacato Ugl da sempre attivo nei tavoli inter-istituzionali locali e nazionali contro la violenza sulle donne, invita “ad aumentare le risorse e il personale di sostegno alle vittime” e ricorda come il tema debba essere affrontato non soltanto con un approccio agli abusi sessuali o alle violenze fisiche in ambito familiare, ma anche “negli ambienti di lavoro, dove – lo dicono le statistiche – oltre un decimo delle donne lavoratrici si sono trovate a subire molestie o ricatti sessuali per migliorare la propria carriera o per mantenere l’impiego”.

Ci si occupi di questo tutto l’anno e non soltanto un giorno, il 25 novembre, fra i 365 in calendario”: conclude il segretario regionale dell’Ugl Emilia-Romagna Tullia Bevilacqua.