Bologna – 6 giugno 2024 – “La parità di genere come traguardo e punto di partenza per le aziende pubbliche e private è un obiettivo che come sindacato ci poniamo da anni, un risultato da raggiungere non soltanto a livello nazionale, ma anche in ambito locale, regionale. E, dunque, ogni iniziativa si possa mettere in cantiere per sensibilizzare sulla cultura dell’equità e favorire un’effettiva emancipazione e parità al femminile è ben vista. E, allora, ben venga anche un bando per la certificazione della parità di genere, uno strumento formativo per valorizzare il ruolo delle donne anche in ambito lavorativo”.
Questo è il commento di Tullia Bevilacqua, segretario regionale Emilia-Romagna dell’Ugl, a commento del bando attivato dalla Regione, con fondi ministeriali (230mila euro), per corsi di formazione sull’intero territorio regionale contro i pregiudizi e gli stereotipi legati al genere, e per diffondere principi etici e di uguaglianza fra uomini e donne.
“Ovviamente, affrontare temi così delicati in ambito conoscitivo e formativo è una cosa, ma passare dalle parole ai fatti anche nelle modalità operative e assicurare l’efficacia delle politiche per la parità nelle aziende pubbliche e private è un’altra cosa. Le statistiche ci dicono che su scala globale ci vorranno 135 anni per arrivare a colmare il gender gap, mentre in Europa (secondo i parametri dell’Agenda 2030) il tempo previsto è di 67 anni. Al ritmo attuale, dunque, la marcia delle riforme verso la parità è ancora lunga”: commenta Tullia Bevilacqua.
“In ambito locale, vorrei ricordare, soltanto, che aumentano le donne lavoratrici in Emilia-Romagna, ma sono pagate in media il 21% in meno rispetto agli uomini. In media guadagnano 9 mila euro in meno degli uomini. E il premio di produttività scende addirittura del 30-40% per operaie e impiegate. E nella nostra regione non c’è soltanto il problema del divario salariale tra uomini e donne c’è anche la questione delle molestie sui luoghi di lavoro che è ben lontana da essere risolta”: ricorda, ancora, il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.
“E il problema andrebbe affrontato non soltanto in un’ottica sociale, ma anche in chiave economica, visto che colmando il divario occupazionale di genere di potrebbe aumentare il pil pro capite a lungo termine (quasi il 20% in media in tutti i Paesi, secondo la Banca Mondiale). E se le donne avviassero e scalassero nuove attività allo stesso ritmo degli uomini i guadagni economici globali sarebbero di 5-6 trilioni di dollari. Dunque, maggiore ricchezza per tutti… Non basta come motivazione per accelerare i percorsi di parità?”: si domanda il segretario regionale Emilia-Romagna dell’Ugl, Tullia Bevilacqua.
“E per concludere diciamo: è un bene che si realizzino nuovi corsi di certificazione della parità di genere, ma non basta. Altri strumenti si devono attuare in ambito nazionale e locale, altre misure, anche ex post, per verificare che i risultati promessi a breve e medio termine si realizzino in concreto”: conclude Tullia Bevilacqua.