Bologna – 18 ottobre 2024 – In Italia è in aumento l’incidenza della povertà relativa individuale che riguarda quasi 8,5 milioni di individui. A riportare questo dato è l’Istat che fornisce il quadro statistico più aggiornato relativo al 2023.

Nel nostro Paese sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie, l’ 8,4% sul totale delle famiglie residenti, e quasi 5,7 milioni di individui, pari al 9,7% sul totale dei residenti. L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 30,4%, mentre si ferma al 6,3% per le famiglie composte solamente da italiani.

Il record della percentuale di famiglie in povertà assoluta è al Sud con il 10,2%, ma purtroppo il problema riguarda anche il Nord e la nostra regione. L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta al Nord-est, che comprende l’Emilia-Romagna, è al 7,9%, pari a 413mila famiglie. Tra le famiglie povere il 45,0% risiede nell’intero Nord (cifra in aumento: era il 42,9% nel 2022). La stabilità dell’incidenza di povertà registrata a livello individuale aumenta dunque per i residenti nel Nord. E questo dato non può essere assolutamente sottovalutato”: afferma Tullia Bevilacqua, segretario regionale Emilia-Romagna dell’Ugl.

Complessivamente, l’incidenza di povertà è più elevata nei comuni più piccoli, fino a 50mila abitanti, diversi dai comuni periferici delle aree metropolitane, e si conferma più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti e/o di figli. Di conseguenza la povertà colpisce di più i minori. Ma c’è anche un altro dato che deve far riflettere: la povertà assoluta è più diffusa tra le famiglie che vivono in affitto: segno che la questione del carovita e del minore potere d’acquisto degli stipendi sortisce i suoi effetti negativi”: precisa ancora Tullia Bevilacqua.

Se incrociano questi macro indicatori Istat con quelli di fonte regionale, che parlano più ottimisticamente del 7,4% dei residenti che vive in famiglie a rischio di povertà o esclusione sociale, dobbiamo però ammettere che alcuni fattori di rischio che pesano sulle aziende (l’inflazione con relativo aumento dei costi di produzione, l’aumento del costo del credito e dei tassi di interesse, l’incertezza economica dovuta alle guerre e l’aggravarsi di alcune catene di approvvigionamento, e la diminuzione della domanda di beni e servizi per lo scacchiere occidentale) colpiscono anche la nostra regione”: precisa il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.

Il sindacato ha proposto alcune misure per fermare i fattori di rallentamento economico e crisi sociale, con l’aumento delle nuove povertà, in ambito del Patto regionale per il lavoro e il Clima.

Ma all’indomani dell’ultima indagine Istat Tullia Bevilacqua suggerisce di verificare la congruità di alcune proposte adottate in altre regioni, come per esempio il Veneto: “Si dovrebbero incrementare i fondi regionali relativi agli investimenti per l’occupazione e la crescita, aggiungendo risorse proprie ai Fondi europei ed ai fondi nazionali per la lotta alle povertà. Insomma, a nostro parere, si deve aumentare il sostegno ai progetti di inclusione sociale perché da questo versante passa anche la tenuta e l’aumento dell’occupazione. Il lavoro è uno dei pilastri sanciti dalla nostra Costituzione e come Ugl ripetiamo da anni che si deve sostenere l’inclusione attiva di quelle fasce di popolazione più deboli e distanti dal mondo del lavoro, favorendone la rioccupazione attraverso percorsi che comprendano progetti di Pubblica Utilità, formazione, ed esperienze di lavoro non solo nel privato ma anche negli enti pubblici come gli enti locali e le loro forme associative, enti strumentali o società partecipate che siano”: precisa Tullia Bevilacqua.

La proposta è contenuta anche in un documento programmatico che Ugl Emilia-Romagna ha elaborato in vista del rinnovo dell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna con le elezioni del 17 e 18 novembre 2024.